CORSO FAMILY SPEAKING
23 Settembre 2018Tutti i genitori con i figli di successo fanno queste 8 cose.
4 Novembre 2018Impara a gestire i capricci dei tuoi figli. Senza urla o sgridate. Questo si che fa la differenza!
L’ altro giorno mi trovavo in un bar del centro assieme a una amica a bere un caffè.
All’improvviso un bambino inizia a strillare a squarciagola e la mamma impallidita mi guarda e allarga le braccia come a dire: che faccio?
Così sono tornata a casa, ho preso carta e penna…
No vabbè, ho preso computer e tastiera e ho scritto questo breve articolo per te.
Spero ti piaccia.
Impara a gestire i capricci dei tuoi figli. Però…. senza urla o sgridate. Questo si che fa la differenza!
Ma quanto è difficile gestire i capricci dei bambini, soprattutto quando avvengono in pubblico, magari al supermercato, o di fronte agli amici, quando tuo figlio lancia di tutto e piange fino a provocarsi il vomito e soprattutto in situazioni in cui non puoi né urlare, né promettere punizioni (non puoi certo farlo davanti ad amici o ad estranei, giusto?)
E allora, come sono i capricci? Irragionevoli, esplosivi, indomabili.
Generalmente un bimbo inizia un “capriccio” quando non ha più sotto controllo la situazione o la persona che ha importanza per lui in quel momento. Vuole una cosa, non riesce a ottenerla e inizia a piangere e urlare. Semplice.
Intanto sappi che non c’è una ricetta miracolosa e questo è perché quando fanno i capricci si trovano davanti a una situazione che non sanno emotivamente affrontare in quel preciso momento. Stanno esprimendo un disagio o un bisogno. Che può essere un giocattolo negato, un piccolo insuccesso o un periodo di lontananza dai genitori. Spesso i bambini provocano i genitori per vedere fin dove si possono spingere, o altre volte scaricano la loro rabbia direttamente sui genitori. E noi adulti, non si sa perché, ai bambini rispondiamo di no a priori; NO!, BASTA! ADESSO NO! A volte senza un vero e proprio motivo o magari perché siamo solo nervosi per altre situazioni che con nostro figlio non centrano nulla. Inoltre l’utilizzo del tono duro, delle urla, dei divieti comunicati con rabbia e con imposizione non fanno che umiliare tuo figlio, lo fanno sentire inadeguato. Spesso di fronte ad un comportamento oppositivo o provocatorio, la nostra reazione esaspera il comportamento stesso, piuttosto che spegnerlo. E’ importante diventare consapevoli di come stiamo reagendo a certi comportamenti perchè è il primo passo per disinnescare il circolo vizioso della provocazione.
Non è facile accostarsi ai sentimenti aggressivi di una persona, e i figli sono le persone più difficili da trattare in quanto ci sentiamo direttamente coinvolti e spesso colpiti da sensi di colpa, come se fossimo noi la causa dei mali che li colpiscono.
E allora, cambio di strategia: per iniziare sarebbe forse meglio lasciar perdere il motivo dell’arrabbiatura e provare ad accostarsi al bambino con le ragioni del cuore: provare a sentire la sua rabbia, la sua stanchezza, la sua solitudine. Lo so, non è facile (ma cosa lo è?) e serve tanto spirito diosservazione.Quando vedi tuo figlio in lacrime, immaginati al suo posto e senti il suo dolore. Allo stesso modo, quando batte furiosamente i piedi prova a percepire la sua frustrazione e la sua collera. Se come genitore riesci a comunicare questo tipo di comprensione emotiva a tuo figlio, lo aiuti a imparare a rilassarsi. Esprimi questi sentimenti con la vicinanza fisica e con le parole, e poi cerca di consolare il bambino con la tua protezione e con la fiducia che tutto potrà risolversi positivamente.
E non ti preoccupare delle persone intorno che criticano o che vogliono mettere il becco. In quel momento escludi tutto, anche se siete in mezzo ad un milione di persone, siete solo tu e lui, osservalo, impara a capirlo e agisci di conseguenza, Quello che bisogna fare è usare quel momento per fargli riconoscere le emozioni, rasserenarlo e offrirgli una guida per la risoluzione dei problemi.
Il bambino che ha più bisogno d’amore, lo
chiederà nei modi meno amorevoli.
(M. Kutscher)
Facile? Ovviamente no.
Qualcuno ha mai detto che sia facile essere genitori?
Ora ti va di fare un semplice esercizio? (non puoi dire di no, lo stai facendo per una causa importante, tuo figlio)
Allora, partiamo: prova a ricordare la tua infanzia.
Chiudi per un momento gli occhi e ricorda come eri da piccolo/a. Cosa ti piaceva? Cosa ti disgustava? Che paure avevi? Qual era l’adulto per te più simpatico? Perché? Li facevi i capricci? E perché?
Lasciati andare al ricordo. Prenditi il tempo che vuoi.
A proposito, ti sei chiesta qual è lo scopo di questo esercizio?
E’ molto semplice…
Ritornare un po’ bambini.
Cercare di vedere il mondo con gli occhi dei tuoi figli, e cercare di capire i loro capricci.
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