Sembra che oltre l’80% dei bambini al di sotto dei quattro anni non sappia allacciarsi le scarpe, mentre quasi tutti i bambini di quell’età sanno usare bene un tablet.
Sono quelli che chiamano “bambini digitali”, sono i figli della generazione dei “nativi digitali”, quella nata in piena era digitale, quella allevata a pane e computer, quella del mouse, del joystick, del videogame. Era il Big Bang del digitale. Intanto è arrivato Internet, quello accessibile a tutti e a costi più che accessibili, e tutto si è connesso, interconnesso, finché la rete non è diventata uno spazio imprescindibile, quasi concreto, in cui essere e operare, in cui incontrarsi e scontrarsi, in cui fare cose molto positive e cose molto negative.

Possiamo dire senza dubbio che gli adolescenti di oggi sono in pieno “boom digitale”, invece del computer usano il tablet, dove lo schermo è a colori, luminoso, semplice, intuitivo e veloce, e col touch screen il muoversi delle dita sembra qualcosa di magico che fa apparire quello che si vuole in ogni momento. Ma soprattutto gli adolescenti di oggi usano i cellulari di nuova generazione, quelli con internet, le app, i social sempre a portata di mano, con fotocamera e videocamera sempre disponibili. Possono stare giornate intere col cellulare in mano, da soli o con gli amici non cambia: comunicano quasi più attraverso il cellulare che non di persona. Non sto esagerando, questa è la situazione e, vista la crescita costante del fenomeno, psicologi e psicoterapeuti, se ne interessano sempre di più studiando e approfondendo il rapporto fra ragazzi e nuove tecnologie.

Certo è pura utopia pensare che i tuoi figli non vengano a contatto con questo mondo, che è il loro mondo, quindi togliti dalla testa di tenerceli lontani perché ogni tentativo risulterà infine vano.
Ti suggerisco invece di conoscerlo quel mondo, e se non l’hai già fatto di entrare a farne parte, perché se vissuto correttamente può essere anche una grande risorsa e offrire opportunità.

Detto questo, ricordati tre aspetti fondamentali di cui tenere conto in relazione all’uso eccessivo o distorto di strumenti digitali.

  Primo

Il rischio d’isolamento psicologico. I ragazzi possono allontanarsi dalla realtà, immaginarsi in un mondo più “facile” da gestire di quello vero, vivere rapporti mediati dai social, perfino rifugiarsi in un mondo popolato dagli eroi dei loro videogiochi.

 Secondo

Il rischio di conseguenze sulla salute, fra questi per esempio: dipendenza, effetti negativi sul sonno, problemi di concentrazione e di memoria, affaticamento della vista, danni causati dalle onde elettromagnetiche.

 Terzo

Ne risente il loro linguaggio, che per adattarsi ai nuovi strumenti si impoverisce sempre più e sempre più si serve di abbreviazioni al posto di parole. Ne risente la loro scrittura: gestendo tutto con le dita, attraverso la tastiera o il touch, si disabituano a scrivere a mano, spesso tendono addirittura a evitarlo prendendo appunti digitali o usando messaggi vocali. Si disabituano anche alla lettura di buoni libri e buone riviste, a cui dedicano sempre meno tempo, ma in cui col tempo fanno sempre più fatica ad applicarsi.

In conclusione

Gli strumenti digitali sono una grande risorsa, ma se mal utilizzati possono essere anche dannosi. Non demonizzateli, non allontanateli: imparate invece a conoscerli e a dosarli nel modo migliore. Tra uso e abuso c’è di mezzo il genitore: che deve sempre essere presente e deve saperne gestire tempi e utilizzo.