Scuola: la libertà di pensiero è per tutti?

Cari genitori, oggi voglio parlare di un episodio che mi ha fatto riflettere a lungo. Mi sono presa del tempo prima di dire la mia perché non voglio cadere in facili generalizzazioni, ma ora voglio condividere con voi il mio pensiero.

A Verona, uno studente di 13 anni ha scelto di non salire su una scala colorata con i colori dell’arcobaleno e ha deciso di prendere un’altra scala, non colorata. I professori si sono arrabbiati, il preside gli ha scritto una nota disciplinare.

Questa vicenda ci divide. C’è chi pensa che un ragazzo debba essere libero di scegliere e chi ritiene che non scegliere quella scala significhi prendere una posizione sbagliata. Ma la domanda che mi faccio è: perché un ragazzo non può decidere quale scala prendere? Se ne esistono due, perché una scelta deve essere imposta e l’altra punita?

E qui entriamo nel secondo punto. Parliamo spesso di bullismo tra i ragazzi, ma cosa succede quando a comportarsi in modo aggressivo sono gli adulti? Presidi, professori… la scuola non dovrebbe essere il luogo dell’inclusione? Un posto dove si insegna a non discriminare nessuno? E allora, in questo caso, c’è stata discriminazione? Il padre del ragazzo ha detto: “Gli hanno tolto la libertà di pensiero.” E sapete una cosa? Sono d’accordo.

La scuola dovrebbe essere il luogo del dialogo, non dell’imposizione. Se vogliamo insegnare ai nostri figli il rispetto, dobbiamo essere i primi a dimostrarlo, anche con chi la pensa diversamente da noi.

Vi lascio con questa immagine: educare non è dipingere tutti con gli stessi colori, ma dare a ciascuno la possibilità di scegliere la propria sfumatura.

Genitori, voi cosa ne pensate? Ne parliamo nei commenti.

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