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Se siete genitori di bambini che studiano alle medie o alle elementari potete già iniziare a notare se hanno problemi a fare i compiti o no. Ci sono bambini che non vi permetteranno neanche di avvicinarvi ai loro compiti, perché provano piacere nel farli da soli. Questi sono bambini di tipo A. Se vostro figlio è così, si può dire che siete fortunati, perché non dovrete mai preoccuparvi di insufficienze o notti in bianco a cercare di finire tutto in poco tempo. Non avranno bisogno di un promemoria continuo che gli ricordi di fare i compiti, e sicuramente non avranno bisogno di motivazione dall’esterno. Per loro l’unico motivo di cui hanno bisogno per andare bene a scuola è che è una loro responsabilità e devono farlo e basta.
È molto più probabile, però, che i vostri figli non abbiano questo senso del dovere innato, ma che al contrario abbiano bisogno di orientamento e incoraggiamento costante. Questi sono bambini definiti di tipo B, ed è plausibile che vostro figlio rientri in questa categoria. Personalmente non credo che ci sia un tipo di genitore più fortunato dell’altro, in fin dei conti aiutare i bambini a scuola ed essere presenti nella loro vita fa parte del bellissimo percorso che è essere genitori. Ma diciamoci la verità, avere un bambino di tipo B significa doversi impegnare quel pochino di più, perché essendo più rilassato e meno preoccupato nel portare a casa risultati eccellenti, avrà bisogno di quella costante voce che gli ricorda di fare i compiti. Come genitori dovrete essere la sua guida per aiutarlo ad avere una routine e assicurarvi che qualsiasi cosa faccia sia di sua spontanea volontà.
Tutti i genitori una volta nella vita hanno avuto quel terribile pensiero: ‘i compiti non esistono per far migliorare mio figlio a scuola, ma per metterlo in difficoltà’. Io sono qui per dirvi di non sentirvi in colpa se anche voi avete fatto questa osservazione. Effettivamente è vero, i compiti esistono esclusivamente per insegnare da subito ai bambini che è necessario lavorare duro per raggiungere i propri obiettivi e che non tutto è rose e fiori, ma che spesso bisogna mettere il dovere prima del piacere. Se siete genitori che hanno avuto questo pensiero, sarete anche genitori che vorrebbero essere un po’ meno duri sui vostri bambini, soprattutto se sono di tipo B.
Può anche capitare che vi spazientite dell’atteggiamento dei vostri figli contro la scuola e finite per fare i compiti al posto loro, cercando magari di fargli vedere come si fanno. Tutto questo è comprensibile e può anche funzionare a volte, ma cercate di ricordarvi che se vi sostituite sempre a loro, anche con le migliori intenzioni, state essenzialmente privando i vostri figli del tempo di imparare a lavorare da soli. Ancora peggio, gli state insegnando che possono passare le loro responsabilità a qualcun altro se non hanno voglia di fare qualcosa che non gli piace, basta fare i capricci e magicamente arriverà qualcuno che farà tutto al posto loro.
Un altro metodo rischioso nell’aiutare i bambini a fare i compiti che usano molti genitori è il dare ricompense. Sono l’ultima persona a dire che questo è sbagliato, anzi spesso lo incoraggio come metodo. Però se pensate di aver scoperto un nuovo potere magico, fermatevi un attimo a riflettere sui potenziali pericoli che potreste incontrare. Nel dare ricompense ai bambini ci sono molti rischi, come ad esempio i due elencati di seguito, e solitamente un solo modo per evitarli.
Rischio 1: è possibile che stiate insegnando ai vostri figli che l’unica ragione per cui si rispettano le responsabilità deriva da qualcosa di esterno come elogi e ricompense, magari spesso materiali. Questo sicuramente non è un insegnamento che volete che i vostri figli si portino avanti nella vita.
Rischio 2: i bambini possono iniziare ad impigrirsi un po’, associando all’avere un dovere la necessaria ricompensa. Potrebbero non fare i compiti, o comunque non rispettare le loro responsabilità se non gli viene promesso qualcosa in cambio.
Soluzione: trovate sempre un equilibrio. State attenti a dare parole di incoraggiamento o addirittura premi per un lavoro ben fatto, insegnando sempre ai bambini che la motivazione nel fare qualcosa deve venire da dentro di loro. Dovrebbe essere il loro personale desiderio e voglia di fare il proprio meglio e riuscire a raggiungere i loro obiettivi a guidare le loro azioni. La ricompensa è solo un bonus.
Tutto ciò che fate quando aiutate i vostri figli a fare i compiti, per quanto non lo sembra ora, avrà un enorme effetto nella loro vita e nel loro futuro. Il mio consiglio è di controllare sempre quali lezioni gli state insegnando, soprattutto nel modo in cui li state aiutando con la scuola. Se vi rendete conto che c’è qualcosa di sbagliato, o semplicemente che i bambini non apprezzano o utilizzano determinati valori che avete provato ad instaurare nelle loro vite, forse è il momento di cambiare un po’ le cose.
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